Alla fine della giornata, c’è un’ora in cui le colline toscane diventano blu. Un’ora in cui rimane solo il fruscio delle ali e il fruscio dei rami, mentre gli uccelli tornano ai loro nidi.
La leggenda dice che a quest’ora blu, se si ascolta attentamente, si può sentire la valle risuonare delle risate dei bambini Lottero; un clamore gioioso che li accompagna a casa, con le menti piene di ricordi di una giornata di avventura, in una terra magica tagliata fuori dal rumore del mondo.
La leggenda vuole anche che ogni visitatore della Fattoria Lavacchio che lascia la tenuta porti con sé un pezzo di questa gioia.
Una gioia il cui sapore lo accompagnerà per sempre.
Faye
Situata sulla cima delle colline di Montefiesole, a circa 20 km da Firenze, la Fattoria Lavacchio si trova nel cuore della regione del Chianti Rufina.
La tenuta conta più di centoquindici ettari, ventiquattro dei quali sono dedicati ai vigneti e cinquantasei a oliveti, mentre il resto è dedicato a boschi, tartufaie, grano e orto.
Furono loro che, secondo la tradizione, piantarono a pochi metri dalla loro casa un cedro del Libano, un albero secolare che doveva rappresentare la forza e la longevità della dinastia delle famiglie nobili.
Questo maestoso cedro si erge ancora davanti alle colline di Montefiesole e oggi ha quasi 280 anni; è il simbolo della Fattoria e si trova sulle etichette di tutte le bottiglie prodotte nella tenuta, a testimonianza dell’attaccamento alle radici e alla tradizione.
Nel XIX secolo, la Fattoria cambiò proprietà e passò nelle mani di un’altra grande famiglia fiorentina, gli Strozzi Sacrati marchesi di Mantova. Una dinastia importante come lo fu, nel XV secolo, quella dei Medici. Gli Strozzi hanno segnato la storia della Toscana.
Il nome dell’imprenditore è Marino Lottero. Nonostante la luce grigia, si innamorano immediatamente della tenuta, dopo aver perlustrato la zona per quasi un anno, alla ricerca di un rifugio dal rumore e dalla furia della città per sé e la propria famiglia.
Durante gli anni ’80 e ’90, mentre la tenuta continua a produrre ottimi vini, si trasforma in un meraviglioso parco giochi, ricco di sogni e avventure per i tre figli di Marino e sua moglie Barbara: Faye, Nathalie e Fabian, scorrazzano per le colline a piedi, a cavallo o in bicicletta.
Marino è un entusiasta. Ha energia da vendere. Molto rapidamente, con Barbara, intraprende lavori di rinnovamento e ristrutturazione. Pianta viti e ulivi e restaurarono le ville in rovina nello spirito toscano. Dopo alcuni anni, riporta il mulino agli antichi splendori.
Il progetto si sviluppa. La tenuta è abbellita e modernizzata. Le ambizioni di Marino stanno crescendo.
Faye, la figlia maggiore, è annoiata dalla sua carriera di avvocato. È una donna d’azione, che vuole trovare un significato in tutto ciò che fa. Dopo diverse discussioni tra lei, Marino e suo marito Dimitri, la coppia decide di trasferirsi alla Fattoria per sviluppare la nascente offerta agrituristica.
Da un giorno all’altro, Faye e Dimitri, ex calciatore professionista dell’AS Monaco, lasciano la loro vita comoda per diventare “contadini”.
Faye si realizza presto nell’accogliere i turisti e creare per loro i ricordi e le emozioni che ha vissuto da bambina e dopo qualche anno, il sangue della famiglia Lottero la porta a rivolgersi ad un altro sangue, altrettanto prezioso: quello della terra.